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Home Forum Convivere con l’alzheimer COMUNICARE IN MODO EFFICACE CON L’AMMALATA DI ALZHEIMER

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  • #597
    ALESSANDRA
    Ospite

    BUON POMERIGGIO.SONO NUOVAMENTE CON VOI PER CONDIVIDERE QUESTO MESE TRASCORSO, NEL QUALE MIA NONNA HA SCESO UN ALTRO GRADINO, NEL SENSO CHE E’ DIVENTATA SEMPRE PIU’RIPETITIVA, DIMENTICA ANCHE LE PAROLE PIU’ SEMPLICI E LE SOSTITUISCE CON ALTRE IMPROPRIE E CHE CI RENDONO DIFFILE COMPRENDERLA, E PER DI PIU’ NON E’ PIU’ IN GRADO DI RECEPIRE CORRETTAMENTE QUELLO CHE LE VIENE DETTO.CERCHIAMO DI UTILIZZARE CON LEI FRASI SEMPLICI E BREVI MA NON SEMPRE I RISULTATI SONO POSITIVI. QUINDI VI CHIEDO QUALCHE CONSIGLIO SU COME COMUNICARE EFFICACEMENTE CON LEI, VISTO CHE ORMAI LA COMUNICAZIONE VERBALE E’ MOLTO COMPROMESSA. SPERO IN UNA VOSTRA RISPOSTA. GRAZIE PER QUESTA BELLISSIMA INIZIATIVA CHE RIESCE A REGALARMI DEI MOMENTI DI SOLLIEVO E DI ARRICCHIMENTO PERSONALE ABBATTENDO TEMPI E DISTANZE.
    A PRESTO.
    ALESSANDRA

    #598
    Chiara
    Ospite

    Ciao Alessandra, ti ringraziamo per aver riposto nuovamente la tua fiducia in noi.
    Comprendo molto bene la tua preoccupazione per le difficoltà che stai riscontrando a comunicare con tua nonna. A volte questo può diventare fonte di profonda frustrazione, in quanto la persona che abbiamo di fronte cambia il modo in cui si è comportata e ha comunicato per tutta la vita. Il nostro compito è quello di calibrare il nostro modo di comunicare in base alle sue nuove esigenze: è uno switch necessario e difficoltoso, specialmente all’inizio, ma una volta assimilato ci permetterà di comunicare in modo efficace.
    Non so se nel vostro caso è così, ma spesso ad accompagnare la malattia di Alzheimer ci sono anche problemi fisici, come difficoltà visive, uditive o nel movimento. È importante non sottovalutare questi fattori e quindi utilizzare un ambiente ben illuminato, ed esempio, o posizionarsi abbastanza vicini, uno di fronte all’altro, all’altezza degli occhi dell’interlocutore, così da permettere a chi abbiamo di fronte di aiutarsi con il labiale nel caso in cui sfugga qualcosa.
    Ciò che posso suggerirti è far caso a non ostacolare la concentrazione di tua nonna, in quanto la malattia di Alzheimer comprende anche problemi di distribuzione delle risorse attentive: per questo motivo sarebbe utile, quando comunichi con lei, che entrambe vi dedichiate esclusivamente all’atto di comunicare, senza interferire con altre azioni (anche se queste sono automatizzate e di routine) e che non siano presenti rumori di sottofondo che potrebbero anche far innervosire, creare confusione, ansia o frustrazione.
    È importante anche gestire i tempi della comunicazione, per cui, oltre a usare frasi brevi e semplici come stai facendo, dilunga i tempi se necessario, quindi ad esempio fai delle pause, senza dover necessariamente riempire i momenti di silenzio: in questo modo riuscirai a trasmettere a tua nonna una sensazione di calma e a comunicarle che non hai nessuna fretta che ti risponda velocemente.
    Lavorare sulla comunicazione non verbale, poi, può essere di grande aiuto. È proprio questa infatti, più delle parole, che permette di trasmettere alla persona cara le emozioni e gli stati d’animo che proviamo, visto che, con il progredire della malattia, quella verbale sarà sempre maggiormente compromessa, come hai sottolineato tu stessa. Prova a facilitare la comunicazione con tua nonna attraverso l’intonazione della voce, usando un tono tranquillo e pacato e un ritmo calmo, entrando in contatto con lei. Puoi utilizzare la tua postura e la gestualità per avvicinarti a lei, tramite ad esempio un abbraccio o una carezza. L’espressione del viso, poi, è una grandissima risorsa in quanto anche se il malato non riconosce il volto, ne coglie in ogni caso il sorriso e quindi le emozioni.
    Non dimenticare che lo stesso vale anche al contrario, per permettere a te di comprendere al meglio ciò che vuole comunicarti tua nonna, per cui se a volte ti trovi in difficoltà e non riesci a cogliere a pieno il senso delle sue parole, prova a comprendere l’emozione che trasmette con il suo corpo, i suoi movimenti, il suo viso: imparerai a cogliere se quello che prova è dolore, rabbia, frustrazione, preoccupazione, paura, gioia e a comportarti di conseguenza.
    Spero che questi piccoli accorgimenti che ti ho suggerito possano rivelarsi utili.

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